Pil nel 2023 +0,9%, per il 2024 acquisito lo 0,2%
Milano, 12 mar. (askanews) – Dopo sei mesi, a gennaio 2024 l’occupazione è diminuita lievemente (-0,1% sul mese precedente). La flessione ha coinvolto i soli uomini e gli individui con meno di 35 anni di età, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2%. Lo rileva l’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana pubblicata oggi.
Il tasso di occupazione, pari al 61,8%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre, ma si riduce anche la disoccupazione rispetto al mese precedente (-0,2%) per effetto di una diminuzione che coinvolge i soli uomini. Rispetto a dicembre, infine, è aumentato al 33,3% (+0,2 punti percentuali) il tasso d’inattività.
Nel 2023 il pil in Italia è cresciuto dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (+4%) ma a un tasso superiore a quello dell’area euro (+0,4%). Lo rileva Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana. Il dato sintetizza un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali che hanno fornito nel complesso un contributo di 2 punti percentuali all’evoluzione del Pil. Nell’ultima parte dell’anno, il prodotto interno lordo ha segnato un incremento congiunturale positivo (+0,2%). La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,2%, si legge nella nota.
Tra le componenti, nota l’Istituto, la domanda estera netta, a seguito di un aumento maggiore delle esportazioni di beni e servizi rispetto a quello delle importazioni (le variazioni congiunturali sono state rispettivamente +1,2% e +0,2%), ha fornito un contributo positivo (+0,4 punti percentuali). Quello della domanda interna al netto delle scorte è stato, invece, negativo e pari a -0,2 punti percentuali.
Istat nella nota evidenzia che a inizio 2024 ci sono prospettive di crescita moderate per l’economia globale a causa dell’elevata incertezza. Le performance economiche delle principali economie mondiali lo scorso anno sono state molto eterogenee, con una dinamica robusta del Pil negli Stati Uniti e in Cina e una più contenuta nella maggior parte dei paesi dell’area euro, tra i quali la Germania ha presentato una flessione (-0,3%).