Milano, 30 mar. (askanews) – Tornare alle radici per raccontare una nuova contemporaneità. E’ questo il senso del “Progetto 1962” di Lungarotti, l’inizio del quarto ciclo di vita della storica realtà vitivinicola umbra.
Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta: a partire da un lavoro di ascolto e riflessione, Lungarotti ha deciso di ridefinire la propria immagine e la propria proposta, non un semplice restyling ma un cambio di passo: un’evoluzione nel pensiero, nelle persone, nella produzione e nella comunicazione. E’ da qui che nasce l’idea di “Progetto 1962”, che prende il nome dalla prima annata del “Rubesco” e “Torre di Giano”, le due etichette simbolo della Cantina perugina rivisitate nella forma e nella sostanza. I nuovi “Rubesco 62” e “Torre di Giano 62” “si distinguono per uno stile più snello, fresco, immediato e trasversale, pensato per raccontare l’Umbria e il suo carattere attraverso vini che hanno segnato la storia dell’azienda ma assolutamente attuali”.
Il progetto si fonda su tre “dimensioni stilistiche”: quella gustativa, quella visiva e quella comunicativa. “Vini dalla netta espressione varietale, ottenuti da vitigni resilienti al cambiamento climatico, che vedono una raccolta leggermente anticipata e temperature di fermentazione più basse nel rosso, ed un passaggio più lungo sulle fecce fini per il bianco” racconta l’azienda, spiegando che ad accompagnare questi vini destinati al canale Horeca, “c’è un nuovo design senza tempo, ispirato alle prime etichette degli anni Sessanta.
“Il Progetto 1962 è solo l’inizio di un piano strategico triennale che vuole portare nel mondo l’Umbria e il suo stile di vita lento” spiega l’Ad, Chiara Lungarotti, parlando di “un percorso fatto di concretezza, eleganza, autenticità e legame con il territorio”. Il rinnovamento di Lungarotti tocca ogni aspetto della vita aziendale: nuove professionalità sono entrate in azienda, affiancando la famiglia nelle diverse aree operative. Lo stile enologico evolve verso una maggiore immediatezza del sorso, freschezza e bevibilità, mantenendo eleganza e autenticità. Nel marketing e nella comunicazione viene adottato un approccio più contemporaneo, emozionale e narrativo. Vengono introdotti nuovi strumenti digitali e si rafforza la cultura aziendale “come comunità attiva”, e l’ospitalità assume una nuova dimensione con l'”Enoteca della Cantina”, il wine shop dove è possibile degustare e pranzare, completamente rinnovato, che affianca le altre strutture: dall’agriturismo Poggio alle Vigne all’Osteria del Museo.