Figlia brigadiere Santino (caso Mollicone) al fianco famiglia Pozzi
Roma, 21 mar. (askanews) – “Per Serena (Mollicone, ndr) sono 24 anni, 24 lunghi anni dove il padre (Guglielmo, ndr) ha subito ogni torto, ogni situazione spiacevole, e ora non c’è più. Non ha mai saputo che quelle persone (Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, ndr) sono state rinviate a giudizio, per fortuna non ha mai saputo che sono state assolte per due volte e purtroppo non sa nemmeno ora che è stata ribaltata tutta la sentenza d’appello e potremmo avere giustizia”: lo afferma Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino, che dichiarò di avere visto entrare Serena Mollicone nella caserma di Arce (Frosinone), la mattina di quel giugno 2001 e che 7 anni dopo sarebbe morto suicida, a margine di una conferenza stampa alla Camera dei deputati giovedì 20 marzo sulla vicenda di Gianmarco Pozzi, il 28enne romano, il cui corpo è stato ritrovato senza vita sull’isola di Ponza il 9 agosto 2020 in circostanze mai chiarite. “Noi famigliari durante i processi subiamo altre torture, perché dobbiamo rivedere i nostri famigliari in condizioni che non vorremmo mai vedere. Abbiamo visto in aula di tutto. Chiedo di lavorare in maniera approfondita ma abbastanza veloce, per fare in modo che un papà, nel nostro caso, possa avere giustizia per sua figlia”, ha aggiunto Maria Tuzi, che ha partecipato alla conferenza per chiedere verità e giustizia al fianco della famiglia Pozzi.