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Meloni: “In manovra 1000 euro a nuovo nato e si allarga bonus nido”. Pd: “Propaganda, non basta”

PoliticaMeloni: “In manovra 1000 euro a nuovo nato e si allarga bonus nido”. Pd: “Propaganda, non basta”

ROMA – Sul versante della famiglia la manovra “prevede un pacchetto consistente di misure, fatto di incentivi economici e interventi volti a favorire la conciliazione vita-lavoro”, rivendica la premier Giorgia Meloni incontrando i sindacati a palazzo Chigi. La presidente del Consiglio passa quindi in rassegna le misure: “Per i bimbi nati o adottati dal prossimo primo gennaio, viene introdotto un contributo, escluso dalla soglia ISEE, del valore di 1.000 euro, riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000. Si tratta di un primo aiuto per chi decide di mettere al mondo dei figli. Le risorse per finanziare questo intervento derivano, in gran parte, dalla scelta di limitare la possibilità delle detrazioni per i figli a carico oltre i 30 anni di età. È confermato l’aumento, previsto dalla passata legge di bilancio, del bonus nido a 3.600 euro per i nati a decorrere dal 2024 in famiglie con Isee fino a 40mila euro. La misura viene fortemente potenziata, perché viene rivolta a tutti e non solo a chi ha un secondo figlio con età inferiore a dieci anni, come era invece finora. Sempre a proposito di Isee, dal prossimo anno l’importo dell’assegno unico non concorrerà a determinarne il livello per accedere al bonus nido. Salgono a tre i mesi di congedo parentale, misura quindi valida tanto per il padre quanto per la madre, retribuiti all’80%, invece dell’ordinario 30%”.

E ancora, prosegue Meloni: “Rifinanziamo con 500 milioni di euro per l’anno 2025 la Carta dedicata a te a sostegno dei redditi più bassi per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Vengono stanziati, per la prima volta a carattere permanente, 50 milioni per il fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti. Viene previsto nella legge di bilancio un fondo di cento milioni per sostenere i Comuni nelle spese per l’assistenza ai minori allontanati da casa con provvedimenti della giustizia minorile.Come sapete, i minori affidati ai servizi sociali sono a carico dei Comuni, ma finora lo Stato centrale ne aveva fatto ricadere il costo interamente sulle casse comunali e questo comportava, soprattutto per i comuni più piccoli, una spesa che incide in maniera importante sui comuni più piccoli”. Prosegue Meloni: “Rifinanziamo, per il prossimo triennio e non più solo di anno in anno, il Fondo di garanzia per la prima casa, che mi piace ricordare essere stato introdotto dall’allora Ministro della Gioventù del Governo Berlusconi. E ci impegniamo, con questa manovra, a varare un piano casa straordinario di edilizia pubblica e sociale. Perché garantire un’abitazione ad un costo sostenibile è uno degli strumenti che servono non solo per rilanciare l’occupazione, ma anche per sostenere il legittimo desiderio delle giovani generazioni a mettere su famiglia”.

SENATRICI PD: “DA MELONI PROPAGANDA, MISURE PER FAMIGLIE INSUFFICIENTI”

“Le misure per le famiglie di cui si vanta oggi la Premier Meloni sono del tutto insufficienti, dedicate a una ristretta minoranza, fatte a spot e miopi, senza una visione di futuro. Alla terza finanziaria, la Premier continua a fare propaganda, dopo che sulla manovra hanno espresso forti critiche tutte le organizzazioni sociali, le istituzioni e i sindacati, dal Gimbe a Bankitalia, passando per Confindustria e per l’Anci.È una manovra che non punta con coraggio sulle donne e sui giovani, come dovrebbe”. Così in una nota le senatrici Dem.

“Gli asili nido, per esempio, specie al Sud – proseguono le senatrici Pd – vanno costruiti e ne va finanziata l’attività, mentre il governo ha tagliato questo obiettivo nel Pnrr, per cui il futuro è un mistero. In manovra c’è molto poco per le lavoratrici e soprattutto per aumentare l’occupazione femminile, vero volano di sviluppo. Le misure sono orientate e premiano le famiglie con una divisione tradizionale dei ruoli. Il quoziente familiare scoraggia il secondo percettore di reddito, cioè la donna. L’aumento del congedo parentale di un mese all’80 per cento, che è meglio di niente, non inciderà sulla condivisione del lavoro domestico e di cura, perché lo prenderanno le madri, che guadagnano meno dei padri. Pensare poi che il bonus bebé possa invertire la denatalità significa non aver compreso qual è la situazione delle giovani coppie e delle ragazze nel nostro Paese”.

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