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Meloni valuta partecipazione a call Starmer (e maggioranza si spacca in Ue)

AttualitàMeloni valuta partecipazione a call Starmer (e maggioranza si spacca in Ue)

Roma, 12 mar. (askanews) – Giorgia Meloni non ha ancora deciso se parteciperà alla video-conferenza dei “volenterosi” convocata per sabato prossimo dal primo ministro britannico Keir Starmer. La questione è legata all’agenda del summit, su cui ancora gli sherpa sono al lavoro. Se si parlerà di sicurezza e difesa europea in senso ampio – sottolineano fonti di Palazzo Chigi – la premier interverrà, se invece l’obiettivo è discutere solo dell’eventuale invio di truppe europee in Ucraina, non si collegherà. Del resto, viene ricordato, Meloni ha più volte detto di ritenere “complessa e meno efficace” questa opzione e se al summit dei vertici militari di Parigi l’Italia ha partecipato è stato solo con la qualifica di ‘osservatore’. Cosa che non è possibile quando a riunirsi sono i leader.

Del tema della difesa europea oggi ha parlato, al question time, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sottolineando – tra le altre cose – che “il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”. Una posizione su cui, assicurano le fonti, c’è “piena condivisione” con la premier.

A Palazzo Chigi Meloni ha incontrato oggi il primo ministro olandere Dick Schoof. Non è invece prevista a breve una missione a Washington per incontrare Donald Trump. Secondo quanto risulta da alcune fonti, ci sarebbero stati contatti per fissare un incontro alla Casa Bianca ma al momento non si sono concretizzati. “Si sono già visti due volte, è stata l’unica leader europea all’Inauguration day. Prima o poi si vedranno, ma non c’è fretta”, assicurano dal suo entourage. Intanto la premier lavora al discorso che terrà al Senato martedì pomeriggio (alla Camera mercoledì mattina), nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì a Bruxelles. Nel suo intervento, Meloni toccherà i temi della competitività (che è il punto centrale del summit) ma naturalmente anche quelli di stretta attualità: l’Ucraina e la difesa europea. Argomenti delicati per la maggioranza, con la Lega e Matteo Salvini che stanno tenendo una linea nettamente diversa (e contraria) rispetto a quella dell’esecutivo. Per questo – secondo quanto si apprende – è in corso una ‘trattativa’ sulla risoluzione che sarà presentata dalla maggioranza. “Ma non c’è e non ci sarà un problema Lega”, garantiscono fonti di governo.

Le divisioni nella maggioranza sul tema dell’Ucraina e della difesa sono però state certificate oggi (ma non è una notizia), all’Europarlamento, che ha dato il via libera non vincolante alla risoluzione a favore di una difesa europea. Si sono espressi a favore tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”.

I Fratelli d’Italia si sono invece astenuti su un’altra risoluzione, relativa al sostegno all’Ucraina. “La maggioranza – viene precisato – ha sempre votato, in ogni occasione, a favore dell’Ucraina. In questo caso il testo della risoluzione aveva un’impronta politicizzata, contro gli Usa, che non è opportuna in un momento in cui è necessario lavorare per far cessare un conflitto che va avanti da troppo tempo. E del resto anche l’ipotesi di una tregua, su cui ieri è arrivato il sì di Kiev, ha influito nella valutazione. Per questo è stata decisa l’astensione, in piena coerenza con la posizione del governo e del partito”.

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