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Pd non segue rilancio M5s su riarmo Ue: abbiamo nostra linea

AttualitàPd non segue rilancio M5s su riarmo Ue: abbiamo nostra linea

Roma, 26 mar. (askanews) – Nel Pd, per ora, non si drammatizza la mossa di Giuseppe Conte. Quella scelta di presentare una nuova mozione contro il piano di riarmo Ue appena una settimana dopo il voto delle risoluzioni sul Consiglio europeo viene letto come una mossa “per lanciare la manifestazione M5s” del 5 aprile, ma nel Pd a nessuno sfugge che il testo dei 5 stelle suona anche come l’ennesimo tentativo di “metterci in difficoltà”. Ma se questa fosse davvero l’intenzione, ripetono un po tutti i parlamentari Pd, difficilmente produrrà gli effetti voluti. Il Pd si attesterà sulla risoluzione votata la scorsa settimana, un documento che contiene un po di tutto ma che, di fatto, ha ribadito la linea fissata dalla segretaria Elly Schlein: una forte contrarietà al piano von der Leyen così com’è, un progetto da “cambiare radicalmente”, sia pure aggiungendo che il Pd è invece favorevole alla difesa comune Ue e al ‘Libro bianco’ della Commissione.

La stessa minoranza, per ora, sembra tenere un profilo basso: “Abbiamo il nostro testo votato la scorsa settimana, ripresenteremo quello”. E di sicuro su questo punto si attesta Giuseppe Provenzano, responsabile esteri del partito e uno degli autori della mediazione della scorsa settimana: “Quella è la posizione del Pd. Noi abbiamo la nostra risoluzione e ri-voteremo quella”.

Ma se i riformisti non sembrano intenzionati a rimettere in discussione quel testo, il problema potrebbe essere il comportamento da tenere sulla mozione M5s. Sa linea resta quella del “no al riarmo” tout court, senza rilanciare sulla difesa europea e con le accuse di “bellicismo” all’Ue, non è detto che tra i moderati Pd non emergano dei maldipancia. L’idea, spiega ancora Provenzano, sarebbe di fare come accaduto la scorsa settimana, “ognuno vota la propria mozione” e tendenzialmente ci si astiene sui tesi delle altre opposizioni, per evitare che i riformisti dicano no al documento M5s e la sinistra bocci invece quelle di Azione e Iv.

Ma, appunto, non è detto che questo basti, di fronte a un testo M5s tutto concentrato sul “no al riarmo”, senza se e senza ma. Senza contare che anche Avs ha annunciato la presentazione di una propria mozione: ½Aumentare le spese nazionali in Europa di 800 miliardi per armamenti è una follia”, affermano. “Significa sottrarre risorse decisive alla spesa sociale, alle politiche industriali della transizione ecologica, all’istruzione e alla ricerca scientifica”. In questo caso l’aggettivo-chiave è “nazionali”: questa precisazione è analoga a quella che fa la Schlein – “sì alla difesa europea, non al riarmo dei singoli stati” – e potrebbe rendere più semplice l’astensione del Pd, se non proprio una convergenza. Provenzano specifica che l’atteggiamento sugli altri documenti dipenderà anche dalle “dinamiche parlamentari”, bisognerà valutare anche il comportamento delle altre opposizioni sul testo Pd, per capire se si può attivare un approccio basato sulla reciprocità, dove ognuno si astiene sul testo dell’altro.

La speranza, appunto, è che il confronto si semplifichi dopo la manifestazione M5s del 5 aprile e che, magari, il voto sulle mozioni venga calendarizzato non proprio a breve scadenza.

Adm

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