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“Quanto sei brutta”: bufera a Ceglie Messapica dopo gli insulti sessisti in consiglio comunale

Politica“Quanto sei brutta”: bufera a Ceglie Messapica dopo gli insulti sessisti in consiglio comunale

ROMA – Una frase sessista con tanto di bestemmia, e il caso è servito. È quanto è successo martedì 28 gennaio, durante il consiglio comunale di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.

COSA È SUCCESSO

Durante l’intervento della consigliera d’opposizione Giusy Resta, un collega della maggioranza, con il microfono aperto, ha pronunciato la frase “quanto sei brutta”, con tanto di bestemmia ai morti. Ad ‘incastrare’ il consigliere è un video in cui si sente distintamente l’audio e pubblicato da Resta. All’indomani del fatto, l’avvocata ha poi raccontato l’accaduto durante una diretta in cui spiega che il collega ha utilizzato “un linguaggio volgare, da bar (…) sessista dove mi bestemmia anche i morti. Sono offesa per tutta la città di Ceglie e per tutti, perché queste parole non si devono sentire. Per questo io mi aspetto dal sindaco, dalla sua maggioranza dal presidente del Consiglio le scuse pubbliche e mi aspetto che chieda al collega le dimissioni immediate perché in un luogo istituzionale queste parole non dovrebbero essere proferite da parte di nessuno”. Sul finale della diretta, Resta ha raccontato anche del clima che si respira in consiglio e le prepotenze della maggioranza nei confronti dell’opposizione.

LA REPLICA DEL CONSIGLIERE

“In merito ad un video circolato nelle scorse ore, non ritengo opportune le mie scuse perché non ho mancato di rispetto a nessun membro dell’assise consiliare”. Così il consigliere comunale Domenico Lacala, risponde alla collega Giusy Resta, attraverso il profilo Facebook del sindaco di Ceglie Messapica Angelo Palmisano. “Guardandolo con o senza pregiudizio- spiega Lacala- si nota chiaramente che la sconveniente mia frase non poteva essere rivolta alla consigliera comunale, che, tra l’altro, in quel suo intervento si dichiarava quasi d’accordo con l’Amministrazione comunale. La mia imprecazione era riconducibile ad una conversazione privata e che nulla aveva a che vedere con i lavori del Consiglio. — con Angelo Palmisano. Mi scuso per l’equivoco e chi mi conosce sa bene che non è mia abitudine esprimermi in quel modo nei confronti di una donna né in pubblico e né in privato”, ha concluso il consigliere di maggioranza.
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