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Scuole chiuse per allerta meteo, a Bologna scatta la polemica. Lepore: “Non c’era altro da fare”

PoliticaScuole chiuse per allerta meteo, a Bologna scatta la polemica. Lepore: “Non c’era altro da fare”

BOLOGNA – Fa discutere la decisione del Comune di Bologna di chiudere le scuole per l’allerta maltempo di ieri. Contro la decisione arriva anche la rinnovata presa di posizione del Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto della Città metropolitana e di Bologna, che già in passato aveva criticato scelte di questo tipo da parte dell’amministrazione. In un’ennesima lettera aperta inviata al sindaco Matteo Lepore, e per conoscenza anche al direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Giuseppe Antonio Panzardi, e all’assessora regionale all’Istruzione, Isabella Conti, il Coordinamento boccia la decisione del Comune e chiede l’avvio di un confronto urgente con le istituzioni locali, per evitare in futuro situazioni analoghe.

“Quali rappresentanti delle Istituzioni scolastiche- scrive Cosmo Damiano Modugno dell’IC 18 di Bologna, a nome del Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto- sappiamo bene quanto sia complesso assumere decisioni avendo a mente le possibili conseguenze materiali e morali sui cittadini di cui si ha la responsabilità. Ma, come abbiamo avuto già modo di evidenziare nella nostra missiva inviata ad ottobre 2024, per la quale ancora attendiamo riscontro, ci corre l’obbligo ripetere che riteniamo ingiusto chiedere sempre alla scuola, per prima, di rinunciare al suo ruolo educativo nei confronti dei giovani che la popolano e che la considerano come fosse la loro casa”. Nell’autunno dello scorso anno, ricorda Modugno, “ci eravamo augurati che la chiusura massiva delle scuole fosse stata solo l’eccezione e che non divenisse la regola per la futura gestione di tali situazioni. Purtroppo, a distanza di qualche mese, ci corre l’obbligo di rinnovare e rilanciare le nostre istanze affinchè si possa giungere alla creazione di un tavolo di confronto fra i portatori di interessi pubblici e privati per comprendere come comportarsi nel caso si ripetano le emergenze vissute”. Secondo il Coordinamento, inoltre, anche in virtù di questi ultimi provvedimenti, “è urgente intervenire e aggiornare la delibera regionale che regola il calendario scolastico, anche considerando l’obbligo di destinare allo svolgimento delle lezioni almeno 200 giorni, rivedendo in particolare il termine perentorio dell’inizio e del termine delle attività didattiche”. Una proposta, anche questa, che da parte dei presidenti dei Consigli d’istituto è già arrivata più volte. L’ultima, in ordine di tempo, risale allo scorso 25 febbraio, con una lettera inviata ai vertici della Regione “priva anch’essa di riscontro”, sottolinea Modugno. Per questo il Coordinamento rinnova la richiesta di “aprire un confronto con la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna per porre rimedio a tale criticità. Riteniamo centrale il dialogo e il confronto con gli amministratori e le amministratrici affinché, anche con il nostro aiuto, si possa giungere a creare linee guida per la gestione di queste criticità e si possa contribuire alla crescita serena dei nostri giovani”, conclude Modugno.

LEPORE: SCUOLE CHIUSE? NON C’ERA ALTRO DA FARE

Con un’allerta rossa “non c’è niente da fare. Le scuole vanno chiuse”. Non ha dubbi il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che tiene il punto oggi in conferenza stampa nel corso dell’aggiornamento sulla situazione del maltempo in città e in provincia. Di fronte a un’allerta rossa, sottolinea Lepore (rispondendo a distanza al Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto della Città metropolitana e di Bologna, che ha protestato per la chiusura di ieri, ndr) “i sindaci sono chiamati ad adottare piani che limitino gli spostamenti delle persone. A fronte di scenari gravi e diffusi non possiamo fare provvedimenti a macchia di leopardo, vanno ridotti gli spostamenti. E quindi le scuole vanno chiuse”. E aggiunge: “Senza queste ordinanze commetterei un reato, di fronte a qualcuno che dovesse perdere la vita. Sappiamo cosa rischiamo”. In passato, ci tiene a precisare ancora il sindaco, “abbiamo chiuso le scuole solo per le alluvioni, non per altri episodi: in tutto sette giorni tra il 2023 e il 2024 per le ordinanze sindacali dovute ai disastri che abbiamo avuto”. In questa occasione, peraltro, “abbiamo ricevuto lo stesso livello di allarme che precedette l’alluvione di ottobre”. Quindi, insiste Lepore, “proprio perchè sappiamo cos’è successo, non ci possiamo permettere di abbassare la guardia. Anzi, dobbiamo alzarla. E che non ci siano stati disastri questa volta non significa che non ci fossero buoni motivi per chiudere le scuole”.

Semmai, ragiona il sindaco di Bologna, “dobbiamo mettere in campo un piano di adattamento ai nuovi fenomeni climatici. Questo è fondamentale anche per le scuole, più il territorio è sicuro e adattabile e meno saranno necessari provvedimenti speciali. Ma finchè non si fanno questi interventi, dovremo continuare ad adottare misure straordinarie. Con l’assessore Ara abbiamo proposto anche di attivare la didattica a distanza, ci lavoreremo con l’Ufficio scolastico. Inoltre dovremo accompagnare i cittadini ed evitare che le scuole si chiudano in altre occasioni”. Quanto alle aziende, “noi invitiamo sempre ad adottare lo smartworking- ricorda Lepore- servirebbero anche dei congedi familiari pensati per gli eventi climatici. Ma questa è una cosa che deve fare Governo e Parlamento”. Esclusi, per ora, aiuti economici alle famiglie ad esempio per il babysitting. “Finora parliamo di sette giorni di chiusura in due anni- ribadisce il sindaco- ma se questa cosa si dovesse verificare più di frequente, faremo altre riflessioni. Al momento però siamo ancora nell’ordinarietà”.
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