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mercoledì, Aprile 2, 2025

Susan Sarandon a Milano col volto nella plastica per Fabrizio Ferri

AttualitàSusan Sarandon a Milano col volto nella plastica per Fabrizio Ferri

Milano, 1 apr. (askanews) – Grandi star del cinema esalano l’ultimo respiro soffocate dalla plastica, nel silenzio assoluto. Fra loro Susan Sarandon, arrivata a Milano per l’inaugurazione dell’installazione sull’effetto delle plastiche e microplastiche negli oceani del fotografo Fabrizio Ferri, in scena al Museo di storia naturale di Milano dal 2 al 27 aprile.

La mostra si visita in un silenzio assordante grazie alle cuffie insonorizzate, idea di Marina Abramovic, fra i volti nelle fotografie deformati da sacchetti, palline, tutte plastiche raccolte su litorali in Italia e negli USA.

Ma non è una denuncia, ha spiegato Ferri ad askanews: sarebbe tirarsi fuori dal problema: “Con ‘Breathtaking’ non hai via d’uscita, entri in questa installazione che ti deve entrare dentro e non uscire più – ha detto – perché dentro di te c’è in parte la responsabilità dei problemi che causiamo oggi al mondo, non basta la conoscenza ci vuole la consapevolezza della propria responsabilità”.

“Noi oggi pensiamo stiamo uccidendo le foche i delfini, no, noi stiamo uccidendo noi stessi è questa la consapevolezza che dobbiamo avere”, ha aggiunto.

Fra gli 11 volti ritratti Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Julianne Moore, Isabella Rossellini (ritratta in due scatti), Naomi Watts e Susan Sarandon, la prima ad aderire al progetto.

“La distruzione degli oceani non riguarda solo i mammiferi del mare, ma anche quelli della terraferma. Quindi la sofferenza per le persone è imminente – ha spiegato – La quantità di plastica prodotta passerà, secondo le proiezioni, da 500 milioni di tonnellate all’anno a 1,2 miliardi nel 2060 e stiamo vedendo che si trova in ogni cosa, dal latte materno al cibo, dall’acqua ai pesci. Siamo sommersi”.

Un’esperienza viscerale, l’ha definita Sarandon, che non si è mai tirata indietro per sostenere le cause in cui credeva.

“Sono un essere umano. Questa è la risposta più semplice – ha dichiarato, spiegando il perché del suo attivismo – mi identifico con gli altri esseri umani e quindi non capisco come le persone possano non essere attiviste”.

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