Nelle zone non servite, la TARI non può superare il 40% dalla tariffa standard
Per le zone non servite dalla raccolta dei rifiuti, la TARI, tassa sui rifiuti, non può superare il 40% dalla tariffa standard, determinata in base alla distanza dal punto di raccolta più vicino.
Lo prevede la Legge di Stabilità, la quale stabilisce che per coloro che risiedono in zone non servite dalla raccolta dei rifiuti o distanti dai punti di raccolta, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40% della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita.
“Non si tratta però di una misura automatica. Per ottenere la riduzione – evidenzia Guido Rosignoli, vicepresidente della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – è necessario presentare un’apposita richiesta al proprio Comune che può calibrare la riduzione in funzione della distanza fra l’abitazione, l’ufficio o il negozio dal punto di raccolta, anche se l’importo non può superare il 40% dell’importo totale, ovvero una riduzione di almeno il 60%”.
In caso di strade private o aree non aperte al pubblico transito, anche temporaneamente, la distanza viene calcolata con riferimento all’accesso più vicino al punto di raccolta.
“Il Comune di Roma, ad esempio, prevede una riduzione della quota TARI se il primo ‘cassonetto’ è distante più di 1.000 metri mentre il Comune di Reggio Calabria – conclude Rosignoli – ha scelto di cancellare la disposizione dal regolamento comunale, che quindi non prevede alcun tipo di riduzione per eventuali distanze dai punti di raccolta”.