Una forma di Made in Italy culturale nell’evento di arte classica
Milano, 18 mar. (askanews) – TEFAF Maastricht è una delle più importanti fiere al mondo per le belle arti, l’antiquariato e il design, che copre 7.000 anni di storia dell’arte, dall’antico al contemporaneo. L’edizione 2025 vede la presenza di 270 mercanti provenienti da 22 Paesi e tra loro ci sono numerose gallerie italiane, che, in qualche modo, sono portavoce del Made in Italy a livello culturale.Tra loro Antonacci Lapiccirella Fine Art di Roma, che ha portato a Maastricht un importante dipinto di Francesco Hayez e vede in TEFAF una significativa occasione di confronto. “Diventa per noi anche un modo, anzi l’unico modo, vivendo in un Paese come l’Italia che ha delle leggi un po’ particolari, di confrontarci con il mercato internazionale – ha detto ad askanews Damiano Lapiccirella -. Che rispetto a quello italiano è completamente diverso, un’altra pagina dell’antiquariato”. “Come focus – ha aggiunto Francesca Antonacci – abbiamo la seconda metà del Settecento e arriviamo fino ai primi anni del Novecento, diciamo 1930-40”.Come si vede il periodo coperto è molto vasto, e da Hayez ci si muove più indietro, fino a grandi maestri del Seicento, per esempio nello stand di Maurizio Nobile Fine Art di Milano. “Un’altra opera che noi esponiamo è un magnifico foglio di Guercino, questo grande artista bolognese, ed è un foglio di una freschezza, con uno stato di conservazione, oserei dire, quasi perfetto. Una nuova scoperta, una nuova aggiunta al corpus del dei fogli di questo artista”.E Guercino è protagonista anche nel booth di un’altra galleria che rappresenta l’Italia a TEFAF Fondantico di Bologna. “È un Guercino raffigurante la Fuga Egitto su tavola – ci ha detto Tiziana Sassoli, proprietaria di Fondantico – è un Guercino giovanile: siamo addirittura nel 1615 quando Guercino lavorava a Cento in casa Panini ed era un ragazzo di soli 25 anni. È un’opera che è stata molto apprezzata. Ho trattative con musei, soprattutto stranieri e anche qualche privato ha mostrato interesse”.Uno dei dati che emergono dai giorni di pre apertura è proprio quello della vivacità degli scambi, che testimoniano di un mercato dell’arte classica sempre molto vivo. Ma l’aspetto economico non è il solo a contare. “C’è sicuramente la componente del commercio – ha concluso Attilio Luigi Ametta, ma alla base posso posso dire non solo da parte mia, ma anche da parte di Maurizio Nobile, c’è una grande passione”.E questa passione ha un peso non trascurabile, anche nel contesto di un evento fieristico di portata globale.