Milano, 29 mar. (askanews) – Nell’ambito del festival enogastronomico “Teranum e i vini rossi del Carso” andato in scena a Trieste il 29 marzo, si è tenuta un’interessante degustazione-convegno dal titolo “Vini rossi del Carso nella dimensione spazio e tempo”.
Dopo i saluti del presidente dell’Associazione dei Viticoltori del Carso-Kras, Matej Skerlj, la discussione, guidata dai relatori Jacopo Cossater, Matteo Gallello, Robi Filipaz e Toni Gomiscek, ha avuto come centro il Terrano e il Refosco alla prova del tempo. Un viaggio reso concreto dalla degustazione di otto vini (“Grgic Refosco 2005”, “Milic Zagrski Terrano 2006”, “Kocjancic Refosco 2007”, “Zidarich Terrano 2007”, “Colja Vina Teran 2011”, “Stok Teran 2011”, “Lenardon Refosco 2012” e “Skerlj Terrano 2012”), risultati essere ancora freschi e scalpitanti, con una bella acidità e una tannicità viva.
“Terrano e Refosco sono vini proiettati nel futuro ma saldamente ancorati a quella che è la tradizione e con un’identità ben precisa. Vini territoriali, ribelli e autarchici che sono l’orgoglio del Carso” hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione, sottolineando che “il vino rosso del Carso non teme confronti e la strada per la sua valorizzazione, benché ancora lunga, è segnata”.