CECILIA SALA È LIBERA, RESTA APERTO IL CASO ABEDINI
Cecilia Sala è libera ed è tornata in Italia. Ad accoglierla all’aeroporto di Ciampino sono stati Giorgia Meloni e Antonio Tajani. La giornalista è stata scarcerata a Teheran, dopo 20 giorni, “grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence”, spiega la presidente del Consiglio. A prenderla in Iran per riportarla in Italia è volato il direttore dei Servizi segreti per l’estero Giovanni Caravelli. Resta per ora aperto il caso dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini, arrestato in Italia su richiesta degli Stati Uniti. Alla sua vicenda giudiziaria, nonostante le smentite del regime iraniano, era legato l’arresto di Cecilia Sala.
SODDISFAZIONE BIPARTISAN PER LA GIORNALISTA
Soddisfazione bipartisan per la liberazione di Cecilia Sala. Uno dei primi a congratularsi con il governo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha anche telefonato alla madre della giornalista. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rivendica il lavoro fatto: “Senza parlare troppo- spiega- si ottengono risultati”. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, plaude “all’immenso lavoro di Giorgia Meloni in primis e di tutta la squadra dell’Italia”. Parole di apprezzamento anche dall’opposizione. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, “la liberazione di Cecilia è un sollievo che ci riempie di gioia”. Sulla stessa linea il leader Cinquestelle, Giuseppe Conte. Per l’ex premier si tratta di “una bella notizia dopo giorni di tensioni”.
STARLINK. LE OPPOSIZIONI CHIEDONO A MELONI DI RIFERIRE SU MUSK
Non si placano le polemiche su Elon Musk e il suo sistema di satelliti Starlink. “Non c’è nessun accordo firmato né con palazzo Chigi né col ministero della Difesa”, assicura Guido Crosetto parlando alla Camera. Dove precisa che per assicurare le migliori comunicazioni possibili il suo ministero “studia e valuta ogni soluzione”. Alle opposizioni non piace il dialogo tra Giorgia Meloni e l’imprenditore americano, simbolo di un “capitalismo non sano”, secondo i Cinquestelle. Le minoranze chiedono alla premier di chiarire in aula il tenore del confronto con Musk. “L’Italia non si svende”, avverte il Partito democratico.
IL 20 SETTEMBRE GIORNATA DEGLI INTERNATI NEI CAMPI TEDESCHI
Il 20 settembre è la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi. E’ di oggi il via libera unanime e definitivo dal Senato al disegno di legge che istituisce questa celebrazione, su proposta del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. L’obiettivo è ricordare i militari e civili che hanno rifiutato di collaborare con lo Stato nazionalsocialista e la Repubblica sociale dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il deputato promotore si dice “commosso e grato a tutti per aver contribuito a questo atto di memoria condivisa che rappresenta un risarcimento ai 650 mila italiani, deportati in 21 campi di prigionia, dove dovettero subire umiliazioni di ogni genere”.
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