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Tre focolai di afta epizootica in Slovacchia

AttualitàTre focolai di afta epizootica in Slovacchia

Roma, 31 mar. (askanews) – Confermata la comparsa di tre focolai di afta epizootica in Slovacchia, di cui uno nella zona di restrizione istituita per il focolaio in Ungheria. Gli altri due focolai si trovano situati in territorio slovacco lungo il Danubio. La direzione generale della sanità animale ha disposto il rintraccio di tutte le partite di animali sensibili all’afta provenienti dalla Slovacchia negli ultimi 30 giorni. Saranno gli uffici veterinari per gli adempimenti comunitari a disporre su queste partite il sequestro nei luoghi di prima destinazione, con controlli clinici e di laboratorio.

Non potendo escludere la possibilità di un’estensione dei focolai anche all’Austria, confinante sia con l’Ungheria che con la Slovacchia, verrà predisposto anche il sequestro nei luoghi di prima destinazione delle partite di animali aftoso-sensibili, provenienti dai Lander austriaci confinanti e l’esecuzione sulle stesse di controlli clinici e di laboratorio.

La notizia dei nuovi focolai si inserisce in un quadro che sta andando via via aggravandosi, spiega in una nota Confagricoltura Piacenza, visto che a gennaio erano stati registrati i primi casi in Germania.

“L’elevata morbilità della malattia ci pone in condizione di essere più che allarmati e di chiedere la massima attenzione da subito”, spiega Alfredo Lucchini presidente della sezione di prodotto lattiero-casearia e vicepresidente di Confagricoltura Piacenza. L’afta epizootica è una malattia acuta, caratterizzata da uno stato febbrile e dalla comparsa di afte, lesioni vescicolari a carico delle mucose e della cute di animali ungulati artiodattili domestici (suini, bovini, bufalini, ovini, caprini) e selvatici (cinghiali, ruminanti selvatici, cervi, ecc). La morbilità può facilmente raggiungere il 100%, mentre la mortalità è normalmente inferiore al 5%, ma la malattia, che non comporta rischi per la salute umana, “è molto pericolosa per gli allevamenti – sottolinea Lucchini – che in caso di positività vengono svuotati con l’abbattimento massivo. Dobbiamo essere pronti a mettere in campo da subito le procedure e i protocolli per schermare e proteggere il più possibile i nostri capi. Chiediamo il massimo supporto delle autorità competenti, sia per la prevenzione e i controlli, sia nella gestione del rischio, con l’attivazione di eventuali fondi assicurativi”.

“Si immagini l’impatto ambientale che può avere lo svuotamento di un allevamento con la distruzione dei capi. Nell’immediato, non vogliamo rivivere l’attendismo verificatosi con la Psa per i suini. Dobbiamo essere tutti pronti – conclude LUcchini – a gestire il mutato contesto di diffusione virale mettendo in atto da subito tutte le misure di tutela per avere il massimo grado di protezione sistemica”.

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