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Trump e il suo vice Vance: i nuovi dittatori si presentano

PoliticaTrump e il suo vice Vance: i nuovi dittatori si presentano

ROMA – Incredibile, uno li sente e dice: vabbè, dai, chi può crederci? Poi leggi i sondaggi e scopri che sempre più persone alzano la mano, applaudono e gridano eccoci, eccoci siamo pronti e vi seguiamo.  Parliamo di quello che raccontano Donald Trump, candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, e del prescelto suo vicepresidente, J.D. Vance. Sono personaggi formidabili, riescono, tutti e due, a piegare la realtà a quello che dicono o immaginano. Chiaro che, prima di tutto, al di là di quello che dicono o cercano di spiegare ai loro seguaci e al popolo tutto, le due figure intercettano un bisogno altro, un qualcosa che sfugge al discorso razionale basato sui fatti. Loro ne parlano ma offrono subito una risposta al disagio che quei fatti creano, all’insoddisfazione che le persone a livello individuale vivono.
Infatti, ragionando un pochino, come si spiega che un plurimiliardario come Trump, con una vita di fatti, misfatti e eccessi, possa colpire l’immaginazione di milioni e milioni di americani disagiati e a rischio miseria, esser considerato eroe senza macchia? Ancora, come è possibile che il suo vice, J.D. Vance, il cui vero nome all’anagrafe è James Donald Bowman, (chiaro che di Donald ce ne può essere soltanto uno) vissuto nella miseria più nera con genitori alcolizzati e drogati, che decise di arruolarsi nei marines per fuggire da quella situazione, possa trasformarsi nel paladino di quelli che lui stesso ha definito ‘popolo dei buzzurri’ ed essere da questi non solo ascoltato ma pure votato? Qualcosa di grave è accaduto, tanti osservatori parlano di Stati ormai Disuniti d’America. Due parti contrapposte, che non dialogano più ma si combattono fino all’ultimo sangue e chissenefrega se alla fine a rimetterci è il sistema democratico nel suo complesso.

In molti vedono Trump come un burlone, molti giovani sono affascinati dal suo modo di porsi, di quello che se ne frega di tutte le etichette. E ridono pure quando lo sentono affermare in tutte le tv che appena sarà rieletto Presidente degli Stati Uniti, lui lo dà per scontato, si trasformerà in ‘un dittatore il primo giorno’. Si mettono a ridere. Ma Trump, almeno questo gli va riconosciuto, quello che vuol fare e pensa di essere lo dice in modo chiaro e diretto. E stavolta, se riuscirà a conquistare la Casa Bianca per la seconda volta, lo farà, non farà sconti a nessuno, perché il tipo di personaggio che rappresenta (e nell’immaginario vincente) è quello di chi dopo essere stato fregato si vendica. E lui resta ed è fermamente convinto che le passate elezioni vinte da Joe Biden siano state truccate dai maledetti Dem, che il vero vincitore fosse lui. Quindi di che parliamo? Per forza di cose ci sarà un cambiamento radicale a tutti i livelli dell’amministrazione statale, con segni anche di drammaticità. Lo dovrà fare per forza, altrimenti i seguaci non lo perdoneranno. Ecco, parliamo di perdono, altro elemento fondamentale. Il vice Vance, ad esempio, qualche tempo fa era anti Trump. Poi ci ha ripensato, si è pentito ed è stato riammesso al cospetto del Padre. La scelta di Trump è funzionale alla sua rielezione a Presidente, Vance ora deve convincere e conquistare i voti di quei bianchi in miseria (come lo era lui) che vivono negli stati a forte prevalenza di voto democratico e che oggi sono molto delusi per quello che Biden e compagni hanno fatto o non fatto. Per capire come funziona la propaganda della formidabile squadra di Trump: I Democratici approvano una legge per azzerare i debiti accumulati dai giovani universitari? Per i ‘trumpiani’ questi sono figli di papà privilegiati, mentre i loro figli hanno dovuto lavorare da subito, non sono potuti andare all’Università, e adesso con le loro tasse dovranno pure ‘pagare’ i debiti azzerati dei giovani privilegiati. Capito? Per la propaganda di Trump e Vance l’importante è trovare il bersaglio contro cui scagliare il risentimento, la rabbia. Poi se guardiamo al cosiddetto ‘sogno americano’, Vance rappresenta è campione vincente: il giovane che parte sfigato, con un destino segnato e con altissima probabilità di finire male e invece si ammazza di lavori e lavoretti e di straordinari e alla fine ce la fa, si laurea addirittura a Yale, entra in politica e diventa senatore. Si sposa una donna di origini indiane ma di famiglia milionaria. E pure Vance parla chiaro: ‘Mi identifico con i milioni di proletari bianchi di origine irlandese che non sono andati all’università’. Ecco l’altro elemento da tener d’occhio, al di là di quello che i nostri campioni raccontano: alla fine i vincenti devono essere bianchi, sono loro le persone a cui pensano, quelle che devono riprendere in mano l’America oggi preda delle varie minoranze. I loro ‘buzzurri bianchi’, al di là dei problemi di alcol e droga, di violenze varie anche in ambito familiare, per loro hanno caratteristiche giudicate positive, anche quelle negative: ‘Estrema lealtà , dedizione alla famiglia e al paese – ha detto Vance- non ci piacciono gli estranei e i diversi, anche se la differenza sta solo nel loro aspetto, nel loro modo di agire o, in particolare, nel loro modo di parlare’. Insomma, fieramente razzisti. I moderni dittatori, d’altra parte, hanno bisogno di questo tipo di pubblico, che pur di non pensare a loro stessi come colpevoli della situazione che vivono trovano più comodo affidarsi al potente che ti fornisce il colpevole sul piatto: l’immigrato, il nero, il diverso… Per i Democratici la sfida è e sarà dura, durissima. Da quelle parti sono abituati a fare i conti con i fatti, al ragionamento, sul trovare una soluzione condivisa. Ma ormai sono identificati, e visti, come i rappresentanti di chi ha già un posto sicuro e si è piazzato, anche se non è ricco riesce a campare con sussidi e aiuti… pagati dagli altri. Non sarà facile, perché il messaggio degli impostori, a livello trasversale e in qualunque ambito, è sempre più efficace. Perché più semplice di quello incentrato su dati di fatto e quindi più difficile da spiegare. Ma il falso, anche se vincente in un dato contesto, solo la verità potrà sconfiggerlo. E un mondo, un paese migliore solo sulla verità si potrà costruire.

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