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Ucraina, colloqui Usa-Russia su terre rare. E Trump avverte Zelensky

AttualitàUcraina, colloqui Usa-Russia su terre rare. E Trump avverte Zelensky

(Adnkronos) –
Russia e Stati Uniti hanno iniziato a discutere dello sviluppo delle riserve di terre rare in Russia. Lo ha annunciato l’inviato speciale del Cremlino per gli investimenti esteri, Kirill Dmitriev, in una intervista pubblicata da Izvestia poche ore dopo lo sfogo di Donald Trump che, parlando con Nbc ieri, si era detto “molto arrabbiato” con Vladimir Putin. Apparentemente incurante delle parole del Presidente americano, il quotidiano filogovernativo russo ha citato un possibile nuovo incontro fra le delegazioni di Russia e Stati Uniti a Riad a metà aprile.  

“Le terre rare rappresentano un importante settore di cooperazione e certo abbiamo già iniziato a discutere di diversi progetti in Russia”, ha dichiarato il direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti – che ha assunto anche la carica di inviato speciale del Presidente dopo aver preso parte alla prima riunione fra delegazioni di Stati Uniti e Russia a Riad a metà febbraio e coordinato con Steve Witkoff la prima telefonata fra Trump e Putin – limitandosi a precisare che diverse aziende hanno già espresso interesse in questi progetti. E’ noto che nelle trattative avviate fra i due Paesi, ricorda Izvestia, non ci sono solo questioni politiche ma anche la cooperazione economiche. Non è chiaro se Dmitriev ha quindi affermato qualcosa di nuovo.  

 

Nel frattempo Trump ha avvertito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ci saranno “grandi problemi” se non accetterà l’accordo con gli Stati Uniti sulle terre rare. ”Vedo che sta cercando di tirarsi indietro dall’accordo sulle terre rare. E se lo fa avrà alcuni problemi. Grossi, grossi problemi”, ha affermato Trump durante un colloquio con i giornalisti al seguito sull’Air Force Once.  

Le autorità ucraine stanno attualmente esaminando l’ultima versione di un accordo sui minerali, che garantirebbe agli Stati Uniti un controllo senza precedenti sulle risorse naturali dell’Ucraina attraverso un fondo di investimento congiunto. Trump ha dichiarato ai giornalisti di credere che Zelensky non voglia più firmare l’accordo e ha avvertito che un suo rifiuto avrà delle conseguenze. “Vuole essere un membro della Nato, ma non lo sarà mai”, ha aggiunto. 

Il 28 marzo Zelensky ha dichiarato che non avrebbe firmato un accordo sui minerali che interferisse con i piani di Kiev di aderire all’Unione Europea. “Non può essere accettato nulla che possa minacciare l’adesione dell’Ucraina all’Ue”, ha affermato. 

L’amministrazione Trump ha pubblicizzato l’accordo sui minerali come una parte essenziale del percorso dell’Ucraina verso la pace, ma non è riuscita a offrire garanzie di sicurezza concrete in cambio di un ampio accesso alle risorse. Kiev e Washington avrebbero dovuto firmare una versione precedente dell’accordo il 28 febbraio, ma il piano è crollato dopo un’accesa discussione nello Studio Ovale tra Zelensky, Trump e il vicepresidente JD Vance. 

 

Secondo quanto affermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, le trattative citate da Dmitriev sono dedicate alle “potenziali opportunità” di cooperazione con gli Stati Uniti sulle terre rare. “Ci sono vaste opportunità di cooperazione in diversi settori e territori estesi della Federazione russa, incluse le nuove regioni”, ha aggiunto riferendosi alle regioni ucraine occupate, o parzialmente occupate, che Mosca ha annesso. In Russia ci sarebbero 658 milioni di tonnellate di riserve di 29 elementi considerati come terre rare, secondo i dati del ministero delle Risorse economiche citati da Izvestia. Il Paese tuttavia non dispone più delle capacità di estrazione e lavorazione sufficienti che aveva invece sviluppato in epoca sovietica, distribuite in diverse Repubbliche (negli anni Ottanta, l’Urss era il terzo produttore al mondo). 

Putin, che il 24 febbraio scorso aveva presieduto una riunione sullo sviluppo delle terre rare in Russia, aveva poi espresso la disponibilità di Mosca a discutere “di progetti sulle terre rare con i nostri partner americani” spiegando che compagnie dei due Paesi avevano già avviato contatti su progetti economici congiunti associati alle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina. “Abbiamo di gran lunga più risorse di questo tipo, di diversi ordini di grandezza, che non l’Ucraina”, aveva aggiunto allora, citando i siti nel nord, nella regione di Murmansk, nel Caucaso, nella regione del Kabardino Balkaria, e in Oriente, nelle regioni di Irkutsk, Yakutia e Tuva.  

 

“A Putin non importa della diplomazia. Da diverse settimane ormai, c’è una proposta statunitense per un cessate il fuoco incondizionato. E quasi ogni giorno, in risposta a questa proposta, ci sono droni russi, bombe, bombardamenti di artiglieria e attacchi balistici”, ha detto il presidente ucraino Volodymir Zelensky nel suo discorso serale, aggiungendo che “la Russia merita una pressione maggiore e tutte le misure dure che possano indebolire la sua capacità di dichiarare guerra e sostenere un sistema che non vuole altro che la guerra”. 

 

Continuano intanto gli attacchi della Russia a Kharkiv. Nella notte Mosca ha effettuato il secondo raid, dopo quello di ieri, contro la seconda città più grande dell’Ucraina. Secondo quanto riferito dalle autorità di Kiev, nell’ultimo attacco, che ha danneggiato anche abitazioni private, due persone sono rimaste ferite. Nelle prime ore di ieri, la Russia aveva effettuato sei attacchi separati su Kharkiv, uccidendo due persone e ferendone 25. 

 

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