Al Museo Popoli e Culture del PIME anche laboratori di riuso
Milano, 25 apr. (askanews) – Un altro paio di maniche è un’espressione ricorrente nel nostro linguaggio colloquiale che sta a significare ‘tutta un’altra cosa, non paragonabile con la precedente’. L’espressione risale ad una pratica diffusa durante il medioevo e il rinascimento, che prevedeva l’uso di maniche intercambiabili, soprattutto per le donne, per avere più varietà senza dover cambiare ogni volta tutto l’abbigliamento. Askanews ha incontrato Paola Rampoldi la curatrice del Museo Popoli e Culture del Centro PIME di Milano che ha presentato la mostra temporanea “Un altro paio di maniche” allestita all’interno del museo.La mostra parte dal crollo del Rana Plaza il 24 aprile 2013 a Savar, un sub-distretto nella Grande Area di Dacca, in Bangladesh, sede di alcune fabbriche di abbigliamento del fast fashion, per avviare una riflessione sul tema della moda responsabile. È stata scelta l’espressione “Un altro paio di maniche” come titolo della mostra per esprimerne i due principali contenuti: cambiare abitudini e individuare azioni concrete da attuare per partecipare al cambiamento e ridurre il più possibile gli impatti negativi sulle persone e sull’ambiente. Il percorso si sviluppa attraverso alcune postazioni interattive che accompagnano i visitatori e le visitatrici in un processo di consapevolezza rispetto a questo tema così cruciale e contemporaneo.La mostra aperta fino all’8 giugno 2024 prevede visite guidate alla mostra inserita all’interno del percorso del museo, ma anche laboratori di riuso creativo e riparazione con tessuti wax tenuti dalla sartoria sociale italo-africana KeChic.