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giovedì, Novembre 14, 2024

Veterinario gratis per chi non ha soldi: la proposta di Avs in Emilia-Romagna

PoliticaVeterinario gratis per chi non ha soldi: la proposta di Avs in Emilia-Romagna

BOLOGNA – Garantire anche alle persone in difficoltà economica la possibilità di curare i propri animali da compagnia. A proporlo è Silvia Zamboni, capolista di Avs alle prossime regionali in Emilia-Romagna, che vuole importare dal Piemonte il modello degli ambulatori veterinari sociali, estendendone l’accesso a tutti i soggetti fragili. L’esponente dei Verdi promette un progetto di legge ad hoc, con l’obiettivo appunto di “aiutare le persone socialmente ed economicamente più fragili ad affrontare le cure veterinarie dei loro animali d’affezione”. A cascata, questo permetterebbe di “evitare gli abbandoni degli animali” e anche “situazioni igienico-sanitarie critiche”. Gli ambulatori veterinari sociali sono infatti “un servizio pubblico che eroga gratuitamente prestazioni sanitarie agli animali di affezione” sia in possesso di persone in carico ai servizi sociali o in condizioni disagiate, sia impiegati per la pet therapy o l’accompagnamento.

L’OBIETTIVO È ANCHE LIMITARE IL FENOMENO DEGLI ABBANDONI

Vengono così garantite visite cliniche, profilassi vaccinali, sverminatura, somministrazione di antiparassitari e anti filarica, prelievi e applicazione di microchip. A questa proposta si aggiunge anche l’istituzione del Garante regionale dei diritti degli animali. “Occuparsi degli animali d’affezione non va considerato un elemento residuale- sostiene Zamboni- la loro presenza riguarda decine di migliaia di famiglie”. Ogni anno si stima una spesa media di 6,8 miliardi di euro in Italia per mantenere gli animali d’affezione, di cui 1,3 miliardi per spese veterinarie. Anche per questo, avverte Zamboni, l’aumento della povertà “è accompagnato da un aumento degli abbandoni per l’impossibilità di affrontare le spese di cura”, come conferma anche il report di Legambiente.

“ABBASSARE L’IVA SU ALIMENTI E FARMACI”

Aiutare le persone in difficoltà a fare fronte alle spese veterinarie dei propri animali d’affezione è quindi “un intervento di contrasto alla povertà e prevenzione del rischio di esclusione- sostiene Zamboni- considerato che in molti casi gli animali sono l’unica compagnia”, oltre a rivestire anche “un importante ruolo terapeutico per altri soggetti fragili”.Per questo, continua la candidata di Avs, “è opportuno sollevarli dal peso delle spese veterinarie, che possono superare diverse migliaia di euro. Spese che si possono detrarre in sede di dichiarazioni dei redditi solo in percentuale ridicola. Bisognerà che su questo si intervenga a livello parlamentare come pure per abbassare l’Iva sugli alimenti e i farmaci per animali d’affezione”, conclude Zamboni.
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