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venerdì, Marzo 21, 2025

VIDEO | A Roma un intero condominio ferma il prelevamento di una bambina

PoliticaVIDEO | A Roma un intero condominio ferma il prelevamento di una bambina

ROMA – E’ una caldissima mattina di primavera. E’ meglio non suonare più al citofono: quel suono potrà spaventare Stella. Ha gridato dal telefono con tutto il fiato che aveva nel suo corpicino, un grido fortissimo e cupo, per supplicare di rimanere con la sua mamma.

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Si è nascosta sotto al tavolo, si è fatta dare lo scotch per legarsi alle sedie. Accanto a lei i nonni materni, sua madre e sempre più persone. La casa si è riempita di gente che racconta quei terribili momenti. Il nonno intanto le prepara qualcosa da mangiare.

E’ sceso tutto il condominio del quartiere Monteverde, a Roma, dove Stella (nome di fantasia) vive con sua madre: le nonne, lo zio, gli amici storici, i vicini, il portiere che, davanti al cancello, ha schierato il suo esercito di brave persone, scosse, trafelate, prese dalle classiche attività di casa, di rientro da lavoro, angosciate in un giorno normale, che normale per Stella non è più.

Il Tribunale Ordinario di Roma, il 28 febbraio 2025, ha deciso che questa bambina, di 5 anni, accudita, amata, protetta, come raccontano i vicini e le carte visionate dall’agenzia Dire, che ha avuto la sfortuna di avere un padre rinviato a giudizio (provvedimento di gennaio con citazione diretta il 12 giugno prossimo) per maltrattamenti sulla mamma, deve andare in casa famiglia: ‘Passaggio necessario nel suo superiore interesse’, per il suo bene insomma. Così è scritto.

Sembra la storia di Licia e dei suoi figli, uno pensa, quella documentata nel film Familia di Francesco Costabile, invece no, è la storia di Stella. ‘Un posto bellissimo, un’opportunità’ avrebbe detto la tutrice alla mamma e alla bambina per provare a convincerle, raccontano alla Dire alcuni testimoni che erano lì in quel momento, quando è arrivata in casa accompagnata da assistente sociale e polizia municipale in uniforme. Il prelevamento dei minori, come stabilito nel Protocollo del 2022, ‘deve avvenire secondo modalità che siano rispettose della sua vulnerabilità e non ne turbino l’equilibrio psicofisico’, dunque i blitz con i bambini deportati e sollevati di peso, come il celebre caso di Cittadella, non dovrebbero più avvenire. Ma le signore che arrivano sono già il peggior incubo di Stella. 

Perché una bambina amata dalla madre che ha timore del padre dovrebbe andare in casa famiglia? La storia, come tutte queste storie, è infatti incredibile. Perchè una ctu (una consulente psicologa del giudice) accusa la donna di aver trasmesso alla minore ‘il rifiuto genitoriale’ e di averla quindi ‘esposta a un trauma dissociativo’. La minore ha sempre manifestato ansia nel vedere il padre fino al punto di avere crisi di pianto e vomito e non voler entrare a scuola quando sapeva che sarebbe venuto il padre a prenderla in uscita. Le cose sono cambiate prima con gli incontri protetti, per arrivare poi negli ultimi due mesi alla sospensione. E la bambina sarebbe tornata in questo periodo alla sua vita e tranquilla nell’andare a scuola, come risulta agli atti. Ma di tutto questo non ci sarebbe traccia e alcuna considerazione nella perizia e nella decisione del Tribunale. Stella ha fatto un disegno in cui ha raffigurato il padre che le lega le mani e ha raccontato di punizioni e percosse. Lo avrebbe detto anche alla sua pediatra. La consulente chiamata a verificare la capacità di deporre di Stella ha dato però esito negativo: la bimba, come si legge nel decreto, ‘è suggestionata e immersa nel conflitto tra i due genitori’ dunque non le credono. Conflitto, torna sempre questa parola, la violenza è già scomparsa.

E’ il capolavoro dei processi psichici: l’uomo è rinviato a giudizio per violenza e sulle carte del processo civile, in attesa che il procedimento penale faccia il suo corso, la violenza scompare e diventa conflitto. E’ un modello di azione nel processo civile sull’affido dei minori in ambito di violenza: la bimba non è spaventata dai comportamenti che il padre può aver avuto nei suoi riguardi o magari perchè ha visto la mamma aggredita, ma lo è perchè sarebbe manipolata dalla madre e non incoraggiata ad avere un buon rapporto con il padre. Come si fa ad avere un buon rapporto con un genitore violento? E soprattutto perchè si dovrebbe averlo? In casa famiglia per Stella è prevista una classica terapia del ‘reset’: incontri protetti allo stesso modo per madre e padre, decisi dalla tutrice. Così vengono piegati i bambini che come diversi studi internazionali documentano da questi trattamenti sviluppano disturbi d’ansia, stati di deficit immunitario, regressioni scolastiche e del comportamento, depressioni: tutti traumi che improvvisamente non contano più sotto le lenti degli psicologi, servizi sociali e tutori dei tribunali.

Il padre di Stella in perizia viene descritto con ‘impulsività e locus of control’, la mamma, nonostante i suoi sforzi invece, scrive la consulente, ha un ‘punto di vista reale che non permette effettivamente alla bambina di poter avere un rapporto positivo con il padre’: questo rapporto, per dirla in altri termini, deve averlo per forza.

Eppure la Corte d’Appello di Roma in una sentenza di gennaio 2020, sempre sul caso Massaro, ha chiarito che la bigenitorialità non è un diritto dell’adulto che si cala in modo astratto e coercitivo sul minore, ma è un diritto del minore secondo le modalità e gradualità che rispettino ‘il suo supremo interesse’. La teoria dell’alienazione parentale, ideata da Richard Gardner e oggi declinata con definizioni nuove per farla sopravvivere sotto altre vesti, come nel caso di questa ctu, nasceva per minimizzare il trauma della pedofilia e ‘normalizzarla’ al punto di utilizzare questa diagnosi per chi, per lo più madri, denunciavano abusi sui figli. Il punto finale insomma era disincentivare la denuncia degli abusi sui bambini. I problemi della piccola dunque, in questo come in casi analoghi che la Dire ha trattato nell’inchiesta delle ‘mamme coraggio’, non nascerebbero secondo gli esperti dall’aver visto scene di violenza ai danni della madre, come il penale sta verificando, ma di ‘non avere un ambiente sereno e di facile accesso all’altro genitore’.

“Ciascuno- ecco un altro passaggio della perizia riportata nel dispositivo del Tribunale- ha contribuito alla situazione cui si è giunti”: chi ha denunciato e ha avuto un codice rosso è uguale, prima ancora di saperlo dalla giustizia, a chi ha agito con violenza. Eppure gli allegati di violenza nel procedimento civile, come la riforma Cartabia ha esplicitamente introdotto grazie anche alla relazione finale della precedente Commissione Femminicidio sulla vittimizzazione secondaria e la violenza istituzionale, dovrebbero essere considerati, proprio a tutela e per principio di precauzione della minore. Lo prevede anche la Convenzione di Istanbul, cosi come la Cassazione con la famosa ordinanza Massaro (9691/2022) che ha stabilito che il prelevamento forzoso di un minore per alienazione parentale (che questa ctu definisce rifiuto genitoriale) è fuori dallo Stato di diritto.

La ctu di questa storia finisce anche nello stabilire che per Stella sia più facile sopravvivere alla casa famiglia che non al conflitto, ancora una volta viene usata questa parola, tra i due genitori. L’ipotesi della violenza scompare del tutto contro ogni procedura precauzionale per la tutela del minore, contravvenendo alle carte iternazionali dell’infanzia. 

La giudice nel procedimento ha ripreso in toto la consulenza, il penale non compare mai, ha sospeso la responsabilità genitoriale di madre e padre e ha nominato una tutrice. Sempre la Cassazione, con una recentissima ordinanza, la 4595 di gennaio, vale la pena ricordarlo, ha puntualizzato che la ctu può al massimo essere uno strumento nelle mani del giudice, ma che l’idoneità genitoriale non si misura con diagnosi psicologiche, ma con i fatti e gli agiti. La madre di Stella con i legali intanto è ricorsa in Appello e l’udienza è stata già fissata.

La notizia del condominio di Monteverde in poche ore ha fatto il giro dei social. Tanti i giornalisti e le associazioni che si sono mobilitate. Nella giornata e nelle ore concitate dell’arrivo di tutrice e dei vigili la notizia è arrivata alle istituzioni del Municipio XII e in Parlamento. Il caso nelle ultime ore è stato portato all’attenzione della Garante Nazionale dell’Infanzia e Adolescenza Marina Terragni che ha assicurato il suo interessamento. La piccola Stella, come sua mamma, soffre inoltre di una sindrome genetica e per questa sua condizione fa costanti day hospital al Bambino Gesù perchè la sintomatologia di questa malattia rara in lei non ha ancora avuto sintomi palesi.

Lo stress di oggi potrebbe essere un pericolo e il pensiero è fisso: verranno domani e anche dopodomani? E’ un bellissimo giorno di primavera e una bambina a Monteverde chiedeva di essere legata alle sedie per non essere portata via da sua mamma e dalla sua casa. E’ scesa tantissima gente, per le scale, per strada, giù nel cortile. Quasi una scena d’altri tempi. Quando la tua vicina di casa diventava una Nonna acquisita. E oggi Nonna, la dirimpettaia, c’era e diceva con tutta la sua forte voce: Stella resta a casa.
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