11.4 C
Roma
martedì, Marzo 18, 2025

Francia, governo prepara ‘manuale sopravvivenza in caso di guerra

Roma, 18 mar. (askanews) – Il ministero...

La Fiera del Cicloturismo scalda i pedali, appuntamento a Bologna

Milano, 18 mar. (askanews) – Meno di...

IA, Draghi: Europa continua a accumulare ritardo, forse incolmabile

Roma, 18 mar. (askanews) – L’Europa sta...

VIDEO | È morto Pasquale Laurito, la Velina Rossa arriva in Paradiso

PoliticaVIDEO | È morto Pasquale Laurito, la Velina Rossa arriva in Paradiso

ROMA – Pasquale Laurito, per tutti i giornalisti parlamentari ‘Pasqualino’ la Velina Rossa, è volato in cielo. Fra poco, a maggio, avrebbe compiuto 98 anni, era il decano della stampa parlamentare. Quasi un secolo, e possiamo dire quasi tutta la sua vita dedicata al giornalismo. In un passaggio dell’intervista che gli feci alla Camera nel 2017 (qui potete vedere una parte) quel giorno Pasqualino sfoggiava una gran sciarpa rossa, che metteva in una giornata particolare, quando c’era scontro politico e lui teneva a far sapere a tutti che il rosso era la sua parte. Già allora aveva identificato il male della politica e dei politici, quello che alla fine li rende antipatici, l’ego sfrenato: “io, io, io… in Sardegna dicono io io io asino mio. L’uomo politico che si sente al di sopra di tutto e tutti alla fine rimane da solo”. Laurito cronista sin da  giovanissimo, per raccontare su giornali locali la vita degli ultimi, la fatica di chi ogni giorno esce per guadagnarsi quel poco per sfamare la propria famiglia. Poi per dare voce a chi decideva di lottare non solo per migliorare la propria condizione ma quella dell’intero paese. Non si vergognava della sua adesione, anima e cuore, al Partito Comunista Italiano. Si appassionava, la politica era il suo pane quotidiano, amante dell’Opera: stesso posto in platea sin dal 1955. L’avevo conosciuto come giornalista dell’Ansa assegnato a seguire il Pci mentre lavoravo all’ufficio stampa di Botteghe Oscure diretto da Tonino Tatò, braccio destro e sinistro del segretario Enrico Berlinguer. E Tatò fino alla sua morte, nel 1992, è stato suo grande amico anche di fede. Quando finiva una Direzione o un Comitato Centrale Pasqualino era il primo ad ‘acchiappare’ il dirigente giusto, a strappargli una notizia. Sì, strappargli perché allora era vietato a chicchessia spifferare qualcosa fuori dell’ufficialità dei resoconti vistati e timbrati de L’Unità, il giornale di partito.

Nel 1988 appena arrivato alla Camera come giornalista Parlamentare dell’agenzia Dire, nata e diretta dal ‘suo’ Tonino Tatò, era già in pensione ma sempre iperattivo professionalmente. Da oltre 10 anni, infatti, ogni primo pomeriggio sfornava la sua Velina Rossa, foglio di notizie politiche ufficiose che tutte le forze politiche leggevano con grande attenzione. Perché a Laurito c’era sempre qualcuno pronto a riferire quello che accadeva dietro le quinte, la notizia ghiotta, il resoconto di riunioni riservate. La sua Velina Rossa era nata come fonte dell’opposizione rispetto a quella ‘Bianca’ di Vittorio Orefice, che raccontava e faceva passare le notizie della maggioranza di allora, Dc, Psi, Pri, Pli e Psdi. Laurito e Orefice si guardavano a distanza, e da giornalisti guerreggiavano per dare la linea ai quotidiani. Laurito quando noi giovani cronisti gli chiedevamo di raccontarci quello che aveva visto nella sua carriera era sempre disponibile, sempre pronto a dare consigli. A come affrontare il politico potente di turno, sempre con la schiena dritta, senza mai dare per scontate le sue parole ma di metterle a confronto con le altre opinioni e solo alla fine, convinti, mettersi a scrivere il pezzo. Con onestà, che anche per lui alla fine significava stare attenti alla verità dei fatti. Aveva rispetto per l’anzianità di lavoro. Mi ricordo che a noi giovani cronisti di tanto in tanto chiedeva di andare a fare compagnia a Emilio Frattarelli, a quel tempo decano della stampa parlamentare, quando lo vedeva da solo seduto nel Transatlantico di Montecitorio. Pasqualino era credente, ogni mattina andava a messa, e non si vergognava della sua fede, anzi. A volte raccontava anche di qualche ‘lite’ col prete di turno perché, a suo dire, aveva svolto un ‘sermone politico’ troppo dall’altra parte.

Era così Pasqualino, che verso le 13 andava alla buvette della Camera per mangiare un panino, un tramezzino e andarsene a casa con l’autobus, ha preso sempre l’autobus fino a quando gli è stato possibile. Uomo d’altri tempi, certo, non capiva più il giornalismo che vedeva in questi ultimi anni: ‘con voi che correte sempre dietro a questo o quello col microfono in mano…’. Per lui il giornalismo non poteva ridursi alla battuta del giorno o alla replica a quella battuta. Si dovevano avere le fonti, si doveva sapere che cosa si stava discutendo nelle stanze chiuse, e anche quando magari qualche interessato ti raccontava la sua versione incrociare sempre con le altre. Quasi un secolo di vita, la stragrande parte svolta da giornalista. Ora detterà la sua Velina Rossa a qualche angelo in paradiso, cronista per sempre.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

Check out our other content

Check out other tags:

Most Popular Articles