ROMA – Tensione in aula durante le dichiarazioni di voto sulla legge di Bilancio. Tra gli interventi più accesi dei leader dell’opposizione c’è stato quello di Matteo Renzi, protagonista di un botta e risposta con Ignazio La Russa.
Tutto inizia quando Renzi chiede al presidente del Senato di far rispettare il silenzio in aula mentre parla della Manovra. “Quello che voglio dire alla rumorosa componente della maggioranza, della quale il presidente del Senato non si avvede”, queste le parole del leader Iv che replica infastidito: “Non c’è nessun rumore particolare, capisco che lei vuole un silenzio assoluto, ma siamo nella regola. La prego di non darmi lezioni, prosegua senza dare a tutti lezioni”. Renzi allora non ci sta e a voce alta grida: “Lei non può interrompermi in diretta televisiva, camerata La Russa lei deve abituarsi a rispettare l’opposizione in quest’Aula”. “Abbia la cortesia di non fuggire dalla verità”, replica ancora La Russa a cui segue un’altra risposta del leader Iv: “Magari pensavo di farle un complimento, si figuri… Il fatto che non avverta i rumori è tipico di una età incipiente che va avanti, non è un problema”.
Il mio intervento in aula oggi in Senato. Una Legge di Bilancio che è un regalo riciclato, la Meloni che parla con Babbo Natale, il bicameralismo perfetto, la legge contro di me. E La Russa che mi provoca inutilmente. L’integrale del mio intervento di oggi https://t.co/CDmznhjLLK
— Matteo Renzi (@matteorenzi) December 28, 2024
RENZI: DOPO IL POTERE GIUDIZIARIO ADESSO MI AGGREDISCE QUELLO ESECUTIVO
A seguito dell’accaduto, Matteo Renzi sui social ha spiegato la sua versione dei fatti: “Oggi il Presidente del Senato La Russa mi ha interrotto mentre parlavo, in diretta televisiva. E non lo può fare. Mi ha interrotto mentre spiegavo perché le norme ad personam fatte di notte dal capo del governo contro un leader dell’opposizione sono un precedente gravissimo, indegno di uno stato liberale. Dopo l’aggressione del potere giudiziario adesso mi aggredisce il potere esecutivo: le sorelle d’Italia attaccano per via legislativa un avversario politico. Non era mai successo in 70 anni di storia repubblicana. E il Presidente del Senato anziché difendere i diritti di un parlamentare mi interrompe zittendo il mio ragionamento. Gli ho detto: ‘Camerata La Russa, rispetti l’opposizione’. Quando gli ho detto che è un camerata La Russa non ha reagito. Speravo reagisse ma nulla… Se il presidente del Senato ritiene l’espressione ‘Camerata’ un’offesa, mi fa sinceramente piacere: sarebbe il segno di una maturazione democratica interessante. Se invece La Russa ritiene l’espressione ‘camerata’ un complimento, non ho niente da aggiungere a quello che ho detto stamani in Aula. Se pensano di mettermi a tacere con le norme ad personam non mi conoscono. Ci vediamo a Firenze l’11 gennaio. Il 2025 si preannuncia un anno politicamente interessante per chi non si piega ai diktat dei camerati”
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