di Mirko Gabriele Narducci e Redazione
ROMA – Un incontro tra mamme, anche questo è stato il faccia a faccia di oggi tra la premier Giorgia Meloni e Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la giovane giornalista in carcere in Iran in condizioni estreme, su cui si sta concentrando l’attenzione e l’impegno del governo per la sua liberazione immediata. L’incontro è avvenuto al termine di un vertice di governo convocato oggi proprio per quello che è diventato un caso diplomatico, dopo le notizie allarmanti arrivate alla famiglia sul trattamento riservato alla giornalista nel carcere di Evin e a seguito di uno scambio di comunicazioni tra le rispettive ambasciate e governi.
“Va male, è ovvio, però questo incontro mi ha aiutato. Avevo bisogno di guardarsi negli occhi anche tra mamme su cose di questo genere”. Ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando Palazzo Chigi al termine dell’incontro con la premier. Dalle sue parole, si è compreso sicuramente l’apprezzamento dell’iniziativa della premier e di quello che sta facendo l’esecutivo per la liberazione della figlia. “La fiducia è tanta- ha infatti aggiunto Vernoni- sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato: aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo, quello che potrò fare per parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”.
(Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, intervistata dopo il ricevimento a Palazzo Chigi)
“DA MELONI UN SALTO QUALITÀ NELLE RASSICURAZIONI”
“Cosa mi ha detto Meloni? La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre, è stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo, e questo ho avuto”. Ha proseguito Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, rispondendo alle domande dei croniSti sui contenuti dell’incontro avuto a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.”Se sono soddisfatta quindi di questo incontro? Ovviamente sì, in questo momento, è ovvio che i miei umori cambiano. Ieri è stato un momento di cambio d’umore forte, però assolutamente sì”, ha aggiunto Vernoni.
“NON SO QUANDO LA RISENTIRÒ, LE CHIAMATE ARRIVANO QUANDO VOGLIONO LORO”
“Se ho sentito di nuovo Cecilia? No, dopo ieri no. Non sono frequenti le telefonate, ieri è stata la seconda, dopo la prima in cui mi ha detto che l’avevano arrestata. Poi c’è stato l’incontro con l’ambasciatrice, ma ieri è stato proprio un regalo: arrivano così, inaspettate, quando vogliono loro io sono lì solo ad aspettare la telefonata…”. Lo ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando Palazzo Chigi al termine dell’incontro con la premier Giorgia Meloni, rispondendo alle domande dei giornalisti.”Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto se avesse un cuscino pulito su cui appoggiare la testa… mi ha detto ‘mamma, non ho cuscino'”, ha aggiunto Vernoni. Cecilia potrà ricevere nuove visite dell’ambasciata? “È quello che abbiamo chiesto, ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo, quindi si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto”.
“CECILIA IN CELLA DI PUNIZIONE, PERCHÈ NON ESISTONO CELLE SINGOLE”
“Qual è la cosa che mi preoccupa di più in questo momento? Sono due. La prima adesso sono assolutamente le condizioni di vita carceraria di mia figlia, perché si è parlato di cella singola ma non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione, e lei è una di queste evidentemente. Se una dorme per terra nel 2024 mi fa pensare che sia così”, ha continuato la mamma di Cecilia Sala, incalzata dalle domande dei cronisti.
“SUL RIENTRO IN ITALIA SERVONO DECISIONI DI FORZA DEL NOSTRO PAESE”
Quindi, ha sottolineato Vernoni, “la prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria, e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, su cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché è come il capire: sono realtà molto particolari”. Cecilia, ha spiegato la madre, “cerca di essere un soldato e cerco di esserlo anche io, però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita”.Poi, ha aggiunto, “se pensiamo ai giorni, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è un’eccellenza italiana, non sono solo il vino e i cotechini”. In merito ai tempi per il rientro di Cecilia Sala in Italia “mi hanno detto qualche cosa, ma sono cose molto generiche su cui adesso attendo notizie”.
IL VERTICE DI GOVERNO
Il ricevimento di Elisabetta Vernoni da parte della Premier è stato successivo al vertice di governo di oggi pomeriggio, incentrato proprio sul caso della giornalista italiana arrestata in Iran. Al vertice, durato un’ora circa, hanno partecipato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri degli Esteri e della Giustizia, Antonio Tajani e Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e i rappresentanti dell’intelligence. Alla sua conclusione ha fatto seguito la comunicazione ufficiale dell’esecutivo, riportata di seguito.
“AVANTI PER PRESSING SU LIBERAZIONE E TRATTAMENTO DIGNITOSO”; “LEGGI E CONVENZIONI INTERNAZIONALI GARANZIA PER ABEDINI”
Si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Chigi una riunione convocata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in relazione al trattenimento in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Alla riunione hanno preso parte il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio.All’esito dell’incontro, spiega una nota di Palazzo Chigi, il Governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana.
Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il Governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali.Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al COPASIR già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento.Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni.
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