Milano, 11 mar. (askanews) – “Desideriamo esprimere un sincero ringraziamento al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, al Governo regionale, al commissario ad acta Salvo Cocina, alle organizzazioni sindacali e all’on. Giorgio Mulè, per l’impegno profuso nella risoluzione della questione relativa alla Diga Trinità di Castelvetrano. Dopo anni di incertezze e immobilismo, l’intervento delle istituzioni ha finalmente permesso di evitare il fuori esercizio dell’invaso, consentendo la ripresa dell’accumulo idrico e restituendo una risorsa fondamentale agli agricoltori del territorio”. Lo ha detto Dino Taschetta, presidente della cooperativa vitivinicola Colomba Bianca che opera in provincia di Trapani con oltre 2.400 vigneron, commentando la decisione del MIT di continuare a invasare acqua, per raggiungere 2 milioni e 500 mila metri cubi di acqua.
“Uno notizia che ci rincuora e che ci fa guardare al futuro con maggiore ottimismo, senza ignorare il prezzo che gli agricoltori hanno già pagato per le scelte errate del passato” continua Taschetta, evidenziando che “decenni di cattiva gestione e decisioni che hanno letteralmente distrutto una parte significativa del patrimonio agricolo siciliano, lasciando i produttori in balia di una crisi idrica devastante. Oggi ci troviamo di fronte a una realtà in cui migliaia di ettari di vigneti sono andati persi – ricorda – a causa della mancata manutenzione degli impianti, della dispersione incontrollata delle risorse idriche e dell’assenza di una strategia lungimirante. L’agricoltura siciliana ha subito un colpo durissimo – aggiunge – e i danni non si misurano solo in ettari coltivati, ma anche nelle famiglie che hanno visto sfumare anni di lavoro e investimenti. Speriamo che questa sia solo la prima tappa di un percorso più ampio – chiosa – in cui le istituzioni, insieme alle aziende e agli agricoltori, possano finalmente costruire una strategia efficace per la gestione dell’acqua in Sicilia”.
“La Diga Trinità deve tornare ad essere una risorsa stabile e affidabile per il territorio, non un’incognita che mette a rischio ogni anno il futuro delle nostre produzioni” mette in luce Taschetta, chidedendo “che questo impegno non si esaurisca qui ma che si lavori fin da subito per pianificare interventi strutturali che garantiscano una gestione razionale dell’invaso e per stabilire un piano di manutenzione regolare per evitare il ripetersi di queste emergenze, ascoltando la voce degli agricoltori e delle aziende vitivinicole, che conoscono il territorio e le sue esigenze reali. L’agricoltura – conclude – è il cuore pulsante della Sicilia, e l’acqua è il suo bene più prezioso: è tempo di adottare scelte concrete per proteggerlo”.
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